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| 69. FORESTA – ESTERNO GIORNO |
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Arno si ferma e si appoggia ad un albero. Sembra stremato. Si tiene il braccio sinistro con l’altra mano. Ha una smorfia di dolore sul viso. Lidia si ferma, lo vede e si avvicina. Gli toglie la mano. La camicia di Arno è lacerata e inzuppata di sangue poco sotto la spalla. Guarda stupita il ragazzo. Lui ha gli occhi chiusi ed il respiro pesante. Soffre visibilmente. Lentamente allora lei comincia a sbottonargli la camicia, bottone dopo bottone, con delicatezza. Lui apre gli occhi e la osserva mentre lo spoglia. La ragazza sfila la manica del braccio sano, poi con estrema attenzione quella del braccio sanguinante. Vede la ferita. Arno è stato colpito di striscio sotto la spalla. Lei gli toglie la camicia. Lui resta solo con la maglietta che portava sotto.
LIDIA (Guardando la ferita) – T’ha preso solo di striscio. (Sorridendo con tenerezza) Io, avrei potuto ucciderti…
Lei indossa un maglione slabbrato dalla tentata violenza del soldato. Se lo toglie. Sotto ha una maglietta. Se la toglie e resta solo con una canottiera. Strappa la sua maglietta in due punti e ne bagna un pezzo con l’acqua della borraccia. Pulisce la ferita dal sangue. La disinfetta con l’acqua purificata. Tutto con molta delicatezza. Lui la osserva. Ogni tanto s’irrigidisce per una fitta di dolore e poi si distende a guardarla di nuovo. Lidia fascia il braccio colpito con l’altro pezzo di camicia arrotolato come fosse una benda. Lo aiuta a sedersi. Apre lo zaino prende la coperta e gli prepara un giaciglio. Lui si distende con la testa sullo zaino. Trema come se avesse i brividi della febbre. Lei lo copre con l’altra coperta e gli si siede accanto. Gli asciuga il sudore sulla fronte, sulle tempie, sul volto. Lui è scosso da brividi di freddo. Guarda il cielo tra le foglie degli alberi sulla sua testa. Poi chiude gli occhi, li riapre, li richiude ancora.
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